Il Governo del Senegal ha mosso, nel corso degli anni, notevoli passi avanti nella sensibilizzazione della parità di genere, attraverso l’adozione della Legge sulla Parità del 2010, che ha portato, dal 2012, a quota 42,7% il numero di donne in Parlamento. A questa si aggiungono Procedure operative e un Piano nazionale sulla violenza di genere, nonché la validazione della nuova Strategia nazionale sulla parità di genere. Come rilavato da nostri precedenti articoli, tuttavia, all’interno delle aree rurali permangono importanti criticità che relegano le donne ad attività estenuanti e negano loro l’accesso alla scolarizzazione.
La Costituzione del Senegal del 2001 garantisce la parità tra uomo e donna all’articolo 7. Il Paese, inoltre, ha ratificato, nel 1985, la Convenzione per l’eliminazione di qualsiasi forma di discriminazione contro le donne e il relativo Protocollo addizionale sulla violenza contro le donne, nel 2000.
Nel 2005, il Senegal ha ratificato il Protocollo sul diritto delle donne, addizionale alla Carta africana sui diritti umani, a cui è seguita l’adozione della Strategia nazionale sulla parità di genere (SNEEG) per il decennio 2005-2015 – e poi riaggiornata nel 2016 – sviluppata con il supporto della UN Woman Senegal Program Presence. L’obiettivo è eliminare le diseguaglianze tra i generi, proteggendo i diritti delle donne compresa l’equa partecipazione nei processi decisionali e un pari accesso alle risorse di sviluppo. L’attenzione che il governo senegalese rivolge alla violenza di genere assume particolare importanza se si considera che, secondo studi risalenti al 2016, il 65% dei maltrattamenti nei confronti delle donne avviene in ambiente domestico, mentre si attestano al 58% i casi di violenza sessuale.
Per quanto attiene la partecipazione delle donne alla vita politica, a seguito dell’introduzione delle Legge sulla parità di genere del 2010, i seggi occupati da donne in parlamento è passato da 19,2% nel 2001 al 43% nel 2017. Attualmente, il Senegal conta il 21% di ministri donne al governo.
Nonostante i passi avanti a livello nazionale, tuttavia, in alcune aree e settori l’equilibrio di genere appare ancora lontano, in particolare nelle zone rurali dove le donne faticano ad accedere alle terre in maniera sicura, vengono escluse dai meccanismi di finanziamento e dai mercati. Inoltre, l’annosa questione del lavoro domestico che impedisce a molte giovani di seguire un normale percorso scolastico.
A questo si aggiungono le problematiche emerse a seguito della pandemia da Covid-19. La Rete per le donne lavoratrici del Senegal (Renafes) ha infatti denunciato, nel marzo 2021, un aggravamento delle condizioni di lavoro per parecchie lavoratrici che sono state licenziate o hanno subito violenza all’interno di aziende.
L’Associazione Don Bosco 2000 ha inserito tra le proprie progettualità in Senegal, nella regione di Tambacounda, anche l’emersione e l’emancipazione femminile. Lo scopo fondamentale è fornire un’alternativa concreta allo sfruttamento della manovalanza che coinvolge donne vedove o abbandonate, costrette a lavorare nelle pietraie per il sostentamento della propria famiglia. L’azione vuole creare nelle donne una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie scelte e, attraverso azioni di sensibilizzazione, ottenere una garanzia di uguaglianza e sostegno delle donne vulnerabili.
Un obiettivo che si raggiunge attraverso progetti di educazione e promozione dell’indipendenza economica di donne che si recano a lavoro con i bambini sulle spalle ma che, per se stesse e per quei bambini, hanno diritto a una seconda possibilità.