A villarosa un percorso didattico tra legalità e sostenibilità

Un vero e proprio viaggio didattico tra legalità e sostenibilità, in realtà aumentata. L’attività consiste in una visita presso le Ville confiscate alla mafia in c/da Aratate a Villarosa. All’interno delle Ville, si percorre “Il seme dei diritti”, una mostra interattiva allestita da Aurora Meccanica sul caporalato e sull’influenza della mafia nei percorsi di sfruttamento dei più deboli.
Un percorso emotivo e sensoriale che coniuga elementi fisici a contenuti digitali: in questo modo il museo si trasforma, diventa un luogo vivo e accessibile, in cui sperimentare nuovi modelli di didattica e di sensibilizzazione. Alla fine del percorso, un vero e proprio gioco in realtà aumentata, sviluppato dal Metaverse Studio Digital Mosaik che, attraverso Carta Nostra, ha utilizzato la gamification per coinvolgere i bambini attraverso l’uso di un visore di realtà virtuale e renderli protagonisti della narrazione ambientata a Villarosa, ricreata in chiave cartoon. I ragazzi saranno dotati di visori speciali, che li trasferiranno in un vero e proprio mondo virtuale dove saranno i protagonisti di una storia di legalità.
Davanti a delle situazioni in cui sarà fondamentale scegliere la giusta soluzione, saranno loro a decidere come procedere. In questo modo la scelta del giusto, del legale, sarà di grande impatto per ciascuno di loro.
“Con la Digital Farm di Villarosa vogliamo avvicinarci ai più giovani, per insegnare loro la cultura della legalità che molto spesso in quel contesto è stata violata. Vogliamo farlo – spiega Roberta La Cara, direttrice dell’area Ricerca e Sviluppo di Associazione Don Bosco 2000 – stando vicini a loro, parlando il loro stesso linguaggio, provando le stesse emozioni, perché solo percorrendo insieme il medesimo cammino potremo raggiungere gli importanti risultati auspicati nel lungo periodo”.
Nel 2021 sono stati circa 230mila gli occupati impiegati irregolarmente nel settore primario, numero che include una fetta consistente di stranieri non residenti. Il fenomeno è fortemente radicato in Sicilia che – insieme a Puglia, Campania, Calabria e Lazio – detiene tassi di oltre il 40%, ma è ben presente anche nel Centro-Nord con percentuali tra il 20 e il 30%. Per tale ragione, il polo didattico vuole essere funzionale al reinserimento sociale dei migranti vittime del caporalato, nonché al riutilizzo positivo di beni confiscati alla mafia, con finalità di sensibilizzazione, coesione della comunità e di inclusione sociale.
Al termine del percorso sarà possibile visitare l’impianto di agricoltura sostenibile con la serra di acquaponica. Una vera e propria attività dove ragazzi migranti e italiani attualmente collaborano, e che permetterà la realizzazione di questi stessi impianti in Africa: un esempio di cooperazione circolare a tutti gli effetti.