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[COMUNICATO STAMPA]

LA MEMORIA NON CI ANNOIA! DON BOSCO 2000 RICORDA L’OLOCAUSTO E CHIEDE ATTENZIONE PER LE VITTIME DEL NOSTRO TEMPO

VENERD 27 GENNAIO 2023

Le parole di Lilina Segre al Comune di Milano non possono lasciarci indifferenti. Non noia quella che dobbiamo provare quando ricordiamo le vittime della Shoah, ma indignazione ancora fervente. Il dramma che ha coinvolto, tra il 1933 e il 1945, tra i 15 e i 17 milioni di persone, di cui circa sei milioni di ebrei non ha eguali. L’annientamento degli ebrei nei centri di sterminio non trova nella storia altri esempi a cui possa essere paragonato, per le sue dimensioni e per le caratteristiche organizzative e tecniche dispiegate dalla macchina di distruzione nazista. Un ingranaggio mortale che ha continuato a girare per anni tra l’indifferenza delle persone che non ne erano coinvolte. Proprio per questo oggi occorre ricordare: per non essere nuovamente indifferenti, superficiali dí fronte al dolore degli altri.

Non dobbiamo abbassare la guardia” ammonisce Agostino Sella, presidente di Associazione Don Bosco 2000, “dopo i campi di concentramento non ci possiamo dimenticare delle fosse comuni di Srebrenica; anche oggi in Ucraina stanno accadendo tragedie e simili“.

Al giorno d’oggi l’Olocausto sembra lontano, riconosciuto dalle autorità, dalla società, insegnato nelle scuole. Impariamo da questi insegnamenti e decliniamoli in modo coerente nei confronti delle vittime del tempo presente. I profughi che fuggono dal loro Paese per cercare riparo in Europa e che perdono i propri figli o la loro stessa vita in mare. I prigionieri delle carceri libiche che vengono maltratti, stuprati, uccisi.

autorità, dalla società, insegnato nelle scuole. Impariamo da questi insegnamenti e decliniamoli in modo coerente nei confronti delle vittime del tempo presente. I profughi che fuggono dal loro Paese per cercare riparo in Europa e che perdono i propri figli o la loro stessa vita in mare. I prigionieri delle carceri libiche che vengono maltratti, stuprati, uccisi.

Tutto quello che oggi accade in Libia è un tabù, esistono dei veri propri campi di concentramento e purtroppo nessuno ne parla” continua Sella. Racconta Liliana Segre, “sento la gente dire “basta con questi ebrei'”, sentiamo ogni giorno in tv, per le strade “basta con questi migranti”. Ebrei, migranti. Chiamiamoli persone, esseri umani, uomini, donne, bambini. Non annoiamoci, ricordiamo.

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