Il presidente Agostino Sella dice basta alle strumentalizzazioni: “Le organizzazioni non governative non vanno demonizzate. Occorre aumentare i fondi per la cooperazione e organizzare formazione pre-partenza a coloro i quali vogliono emigrare in Europa e, contemporaneamente, gestire i flussi con la dovuta serenità”
“Adesso basta”. È questo il grido d’allarme dell’Associazione Don Bosco 2000 sulla vicenda delle Ong che da settimane ormai è protagonista del dibattito politico italiano. Don Bosco 2000 esprime piena solidarietà alle Ong che in questo momento sono impegnate a salvare vite nel Mediterraneo.
Dice il presidente Agostino Sella: “troviamo assurdo che la politica italiana si sia concentrata sulle Ong. Sono organizzazioni che salvano vite nel Mediterraneo e come tali non possono e non devono essere demonizzate bensì sostenute e rispettate nel ruolo attivo che svolgono a sostegno del prossimo, senza distinzione di etnia o nazionalità. Chiediamo con forza a questo governo che il tema dell’immigrazione venga affrontato, gestito e controllato al di fuori della sterile propaganda politica da salotto televisivo. Da un lato si parla di rafforzare l’intervento degli stati europei in Africa e dall’altro i fondi investiti per la cooperazione internazionale in Africa sono al minimo storico”.
La migrazione è un fenomeno non emergenziale, prosegue Sella: “I migranti ci sono stati, ci sono e ci saranno ancora di più nei prossimi anni in cui il continente Africano si impoverirà sempre di più grazie alle politiche dei paesi ricchi che continuano a depredare le materie prime dei paesi poveri, come avviene con il cobalto o con l’uranio. Occorre aumentare i fondi per la cooperazione e organizzare formazione pre-partenza a coloro i quali vogliono emigrare in Europa e, contemporaneamente, gestire una politica serena dei flussi. L’Europa ha bisogno dell’Africa per colmare la mancanza di mano d’opera in molti comparti dell’economia e l’Africa ha bisogno dell’Europa per crescere e svilupparsi”.
“Operiamo affinché le migrazioni non siano più un fenomeno divisivo, bensì inclusivo tra i popoli, come Don Bosco 2000 sta facendo da anni attraverso i corridoi culturali e i progetti di cooperazione circolare, conclude Sella prima di parteire per visitare le nostre sedi in Senegal e Gambia dove l’associazione concretamente opera insieme ai potenziali migranti per ridurre la povertà e creare attività generatrici di reddito: “Prendiamo coscienza della ricchezza che viene da chi è straniero e abbandoniamo l’anacronistico tentativo di chiudere i confini”.
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