Terremoto Turchia, oltre 49mila morti. Nuova scossa di magnitudo 4.8

Violenti nubifragi sulle tendopoli dei rifugiati: almeno 14 vittime

Sono più di 49mila le persone che hanno perso la vita in Turchia a causa del terremoto dello scorso 6 febbraio. Ad aggiornare il bilancio è il presidente Recep Tayyip Erdogan, che parla anche di più di 115.000 feriti a causa del sisma. “Undici province hanno subito danni senza precedenti. Mentre 14 milioni dei nostri cittadini sono stati colpiti direttamente, più di 49mila cittadini sono stati uccisi, più di 115mila sono rimasti feriti”, ha detto Erdogan al vertice dell’Organizzazione degli Stati turchi ad Ankara.

Il governo turco, ha promesso il presidente, “sanerà le ferite causate dal terremoto il prima possibile. Abbiamo in programma di costruire un totale di 610.000 case e consegnarle ai legittimi proprietari”.

Intanto una nuova scossa di terremoto, di magnitudo 4.8, è stata registrata nella provincia di Bolu, a 13 chilometri dall’omologo capoluogo e a 250 chilometri a est di Istanbul. Lo ha riferito l’Afad, l’Agenzia turca responsabile per la gestione delle calamità, spiegando che l’epicentro è stato registrato a circa 10 chilometri di profondità nel sobborgo di Kyzylagyl. I media riferiscono che la scossa è stata avvertita in molte località.

E giungono notizie preoccupanti dalle tendopoli dei rifugiati a causa dei violenti nubifragi che hanno colpito le aree devastate dal sisma. L notizie parlano di 14 morti che si aggiungono alle migliaia di cadaveri ritrovati sotto le macerie. E la situazione per i rifugiati siriani è diventata insostenibile. Secondo Mohamed Marfoq che, insieme a Marco Canzonieri, ha prestato servizio volontario per conto di Associazione Don Bosco 2000 nelle aree colpite dal sisma, “i campi profughi sono completamente allagati, intere famiglie e bambini non hanno più un luogo in cui ripararsi”. “I siriani dopo il terremoto sono diventati gli ultimi degli ultimi – dice Canzonieri -. In quelle tende si respira disperazione, ci sono nuclei familiari allo sbando. Alcuni cercano di condurre una vita normale, lavano la biancheria, c’è chi legge, sono anime che camminano, eppure quando arrivavamo con il materiale sembravano riprendere vita, gioivano, i bambini si illuminavano”.

Una condizione precaria che si è aggravata ulteriormente quando il governo turco ha disposto lo spostamento dei rifugiati siriani dallo stadio di Kahramanmaras a zone periferiche, senza acqua, lontani dai negozi in cui acquistare cibo e con un solo bagno per migliaia di persone. “Assistiamo a una discriminazione nella tragedia, queste persone hanno davvero bisogno di aiuto – spiegano dall’Associazione Don Bosco 2000 – e il loro grido arriva fino all’Italia, attraverso i volontari in loco con cui ci interfacciamo costantemente”. Per non lasciare sole queste persone, è attiva la raccolta fondi sul sito dell’Associazione www.acasaloro.it/emergenza-terremoto-in-turchia-e-siria/. “Facciamo appello a tutti affinché le sofferenze di queste persone possano essere alleviate”, concludono dall’associazione.

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