Il terremoto che ha colpito il sud est della Turchia e il nord della Siria la notte del 6 febbraio 2023, e le seguenti scosse di assestamento, ci riportano un bilancio di oltre 50.000 morti – 43.556 in Turchia, secondo quanto riportato dal ministro dell’interno turco Suleyman Soylu, e 6700 in Siria dai dati raccolti da medici e funzionari – e 120.000 feriti. Senza contare i danni alle abitazioni, alle strade e le conseguenze psicologiche sulle persone che in un batter d’occhio hanno perso tutto.
Alla luce di questa immane tragedia Associazione Don Bosco 2000, nella persona dei volontari Marco Canzonieri e Mohamed Marfoq, ha voluto portare il suo aiuto in queste terre martoriate. Con questo numero di Migrazioni vogliamo raccontarvi la loro esperienza sul campo, in una sorta di diario di bordo.
15-20 FEBBRAIO 2023:
LA TENDOPOLI DI KAHRAMANMARAS
La missione di Associazione Don Bosco 2000 nelle aree colpite dal terremoto turco-siriano è iniziata mercoledì 15 febbraio 2023: con un pulmino carico di materiale di prima assistenza i volontari dell’Associazione siciliana, con sede a Piazza Armerina, e di Stella Polare Onlus si sono imbarcati da Brindisi su un traghetto diretto in Grecia. “Ci sono paesi in cui i soccorsi sono arrivati in minima parte, si percepisce già lungo la strada il bisogno di aiuto di queste persone”, racconta Marco Canzonieri, lungo la strada per Adana, città turca in cui l’Associazione ha fatto base durante la missione.
Da Adana i volontari impiegano ogni giorno sei ore di viaggio, tra andata e ritorno, per raggiungere Kahramanmaras, città epicentro del sisma dove la maggior parte delle abitazioni sono state distrutte. Lì sono stati consegnati i primi aiuti, in particolare medicinali negli ospedali. “I viaggi verso Kahramanmaras sono interminabili”, spiegano i volontari, “ma non abbiamo scelta, poiché lungo la strada le case sono inagibili oppure già occupate dagli sfollati”.
A Kahramanmaras si contano anche diverse tendopoli di siriani, che avevano raggiunto la Turchia già anni prima del sisma. Persone reduci da un doppio trauma: quello dello sfollamento dal proprio Paese di origine, prima, e quello del recente terremoto, oggi. Un popolo martoriato dalla guerra civile innescata dal colpo di stato di Bashar al-Assad che non manca di subire discriminazioni. Dall’inizio della guerra civile in Siria, nel settembre 2011, sviluppatasi dall’emergere di proteste contro il regime di Bashar Al Assad – le quali sono state represse con la violenza e l’uso della forza da parte di polizia e militari – milioni di persone hanno lasciato il proprio Paese per raggiungere l’Europa via terra, attraverso la rotta balcanica, o via mare, attraversando l’Egeo.
La maggior parte di loro si trova in Turchia: i numeri ufficiali parlano di 3,7 milioni di sfollati. Con un accordo del 2016, infatti, l’Unione Europea ha finanziato in varie fasi il governo turco affinché trattenesse i rifugiati. Ma la recessione che ha colpito la Turchia nel 2022 ha fomentato sentimenti xenofobi di parte della popolazione che, in termini di elettorato, pesa sulla possibile rielezione dell’attuale Presidente Erdogan, alle presidenziali previste per il 2023. Per tale ragione Erdogan ha annunciato, nel maggio 2022, la volontà di favorire il rimpatrio volontario di un milione di rifugiati nel Nord della Siria. “All’interno delle tendopoli si contano 2621 persone, di cui 350 bambini”, continua Canzonieri, “sono siriani accampati senza nulla. Hanno bisogno di saponi, biancheria intima, giubbotti, docce chimiche, assorbenti igienici e pannolini per bambini”. Nella mattinata di lunedì 20 febbraio l’Associazione, rifornitasi ad Adana, ha consegnato ai volontari delle tendopoli circa 1000 litri di sapone liquido, indumenti intimi, calzini e pannolini per 300 bambini e 200 confezioni di assorbenti. Un’importante quantità di materiale che però ancora è insufficiente a coprire l’intero fabbisogno. Nella stessa giornata sono stati consegnati anche 6 divani letto a 4 ambulatori per poter permettere ai medici di dormire accanto ai pazienti anche nei giorni feriali.
20-24 FEBBRAIO 2023:
CONSEGNA DELLE TENDE A SAMANDAG E AIUTI ALLA CITTÀ DISTRUTTA DI DAFNE
Di ritorno ad Adana, nella notte del 20 febbraio, i volontari si sono trovati nel mezzo di una seconda scossa di magnitudo 6,4, con epicentro localizzato nella regione di Hatay, già fortemente colpita dal primo sisma. “Nonostante il pericolo, a causa della pioggia, moltissime persone si sono viste costrette a rientrare nelle proprie case poiché sprovviste di tende in cui passare la notte”, racconta Marco Canzonieri. Per tale ragione i volontari nella giornata del 21 febbraio si sono recati nella città di Samandag con 45 tende, coperte, sacchi a pelo e un piccolo generatore, acquistati ad Adana, e li hanno distribuiti tra la popolazione grazie all’aiuto di volontari locali.
“Le persone ci hanno accolto con grande riconoscenza”, raccontano i volontari, “non volevano che ce ne andassimo. Al di là del sostegno materiale, si percepisce l’importanza morale di un aiuto che arriva da lontano, una medicina per lo sconforto di chi ha perso tutto o quasi”. Un piccolo generatore è stato donato anche a un gruppo di sette medici volontari provenienti da vari paesi, affinché potessero utilizzarlo per le visite domiciliari a piccole comunità isolate.
Nella giornata di mercoledì 22 febbraio i volontari delle due Associazioni si sono dedicati alla ricerca di indumenti intimi per gli adulti e palloni e hula-hop per i bambini da consegnare alle tendopoli di Kahramanmaras, dove si sono recati il giorno seguente, giovedì 23 febbraio 2023. “I bambini sono stati davvero entusiasti, avevano un gran desiderio di giocare con noi”, racconta Mohamed Marfoq, volontario di Associazione Don Bosco 2000, “è stato difficile lasciarli”. Le difficoltà della missione è alleviata dalla generosità dei residenti: un ristoratore di Adana ha donato ai volontari 40 sacchi a pelo, che insieme ad altre sette tende in arrivo da Istanbul, sono state consegnate nella giornata di venerdì 24 febbraio, nella città di Dafne, nella provincia di Hatay. “Siamo nel centro più colpito dal sisma. Le case sono interamente distrutte e circolare con il pulmino è impossibile”, racconta Marco mentre con gli altri si accinge a distribuire gli aiuti tra le famiglie.
25 FEBBRAIO – 1 MARZO:
IL RITORNO DEI VOLONTARI, SU UN “DOPPIO BINARIO” DI EMOZIONI
La missione di Don Bosco 2000 in Turchia si è conclusa la sera del 1 marzo 2023, con il rientro di Marco e Mohamed a Piazza Armerina, città sede dell’Associazione. “Mi trovo su un doppio binario di emozioni. Da un lato sono felice di riabbracciare i miei affetti, ma rimane il pensiero a quelle terre martoriate”, riflette Canzonieri, “abbiamo incontrato persone che ci hanno accolto a braccia aperte e ad ogni incontro ci offrivano quel poco che avevano, una tazza di tè o caffè, in segno di riconoscenza”.
“Ricordo un signore di una sessantina d’anni, quando ci siamo incontrati siamo riusciti a capirci pur parlando due lingue diverse. Ci siamo guardati negli occhi e poi mi ha abbracciato, dopodiché si è messo la mano sul cuore in segno di ringraziamento.”
Una missione durata quindici giorni in cui, fino all’ultimo, i volontari non si sono risparmiati nel portare aiuti ai terremotati e ai profughi siriani delle tendopoli di Kahramanmaras. Ed è proprio a quelle tendopoli che Canzonieri rivolge il suo pensiero la mattina dopo il suo rientro. “I siriani dopo il terremoto sono diventati gli ultimi degli ultimi. In quelle tende si respira disperazione, ci sono nuclei familiari allo sbando. Alcuni cercano di condurre una vita normale, lavano la biancheria, c’è chi legge, sono anime che camminano”, racconta, “eppure quando arrivavamo con il materiale sembravano riprendere vita, gioivano, i bambini si illuminavano”. Il sorriso di quei bambini non si può scordare. “È stato un piacere per me passare del tempo con loro”, dice Mohamed, “ricordo il momento in cui ho insegnato loro un gioco nuovo, la loro gioia nel divertirci insieme”. L’ultimo giorno sul campo, 26 febbraio 2023, è iniziato con l’ennesimo spostamento verso lo Stadio di Kahramanmaras, per la consegna di calzini, giochi e quaderni per bambini. “Giunti lì, le autorità ci hanno proposto di aiutare un campo vicino ancora più grande. Non ce lo siamo fatto ripetere due volte perché ogni opportunità di servizio è un privilegio”, raccontano i volontari. Il secondo campo profughi è costellato di tende e provvisto di una biblioteca mobile realizzata con un autobus e tavoli da lettura antistanti. È il momento dei saluti, un’ultima cena ad Adana e poi la partenza per Istanbul nella giornata di lunedì 26 febbraio, dove i volontari hanno passato la notte prima di raggiungere la Grecia e imbarcarsi sul traghetto diretto a Brindisi, dove sono giunti la mattina del 1 marzo. “Siamo a casa, ma il nostro pensiero è già verso un possibile ritorno”, confida Marco.