TRAFFICKING E RE-TRAFFICKING: OSTACOLI ANCORA INGOMBRANTI PER DONNE E MINORI MIGRANTI NELLA CORSA VERSO LA LIBERTÀ

La panoramica offerta dall’ultimo articolo di “Migrazioni” ci ha lasciati con l’immagine di un business –   quello della tratta – spietato che coinvolge, solo nell’Unione Europea, più di 14mila vittime. In Italia i dati del sistema anti-tratta, per il 2021, hanno rivelato 1911 casi, in gran parte di sesso femminile (75,6%), con una percentuale del 3,3% di minori sul totale. Tra i target prescelti dai trafficanti figurano in gran parte rifugiati, richiedenti asilo o persone apolidi, prive del supporto della propria famiglia o della comunità, sprovviste della documentazione ma anche della conoscenza della cultura, della lingua, dei propri diritti nel Paese di asilo.

I dati più recenti raccolti dalle Forze di Polizia sul territorio nazionale evidenziano tra le nazionalità più coinvolte i nigeriani, seguiti dai romeni, dagli italiani e dagli albanesi. Casistiche più ridotte riguardano soggetti bulgari, ghanesi e serbomontenegrini, pakistani, marocchini, bangladesi, cinesi e di altri Paesi. In genere, le vittime sono della stessa nazionalità dei propri sfruttatori, con i quali condividono legami etnico-culturali. Il caso dei nigeriani è esemplificativo per la collaudata metodologia operativa nel reclutare vittime grazie ai legami stabili con il Paese di origine e alla fitta rete di collegamenti e referenti, sia in territorio africano sia in Europa. L’adescamento delle vittime in Nigeria, infatti, avviene, per lo più, dietro l’inganno, da parte di loro conoscenti, di una promessa di lavoro (che determina una falsa prospettiva di arricchimento). Le giovani sono preventivamente sottoposte a riti “voodoo” o “juju” e si impegnano a restituire grossi debiti, variabili a seconda della modalità adottata per il loro trasferimento (che può avvenire per via aerea, attraverso documenti falsi, oppure via terra/mare attraversando il Niger fino alla Libia per poi imbarcarsi verso le destinazioni finali). Rilevante è poi il ruolo attivo delle donne nigeriane, c.d. maman o madame, che partecipano all’assoggettamento e sorveglianza delle vittime all’interno delle case adibite alla prostituzione. Vittime dei gruppi criminali romeni o albanesi sono principalmente giovanissime donne provenienti da famiglie povere o da contesti di violenza domestica, anche loro spesso ingannate o costrette da persone ad esse legate da vincoli di parentela, di amicizia o sentimentali. Tra gli scopi principali è lo sfruttamento sessuale o nei night club.

Allarmanti, poi, in conseguenza del crescente numero di profughi determinato dal conflitto in Ucraina, le parole di Valiant Richey, coordinatore per la lotta al traffico di esseri umani dell’Organizzazione per la Sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), secondo cui è cresciuto in maniera esponenziale sui siti di
Pornografia l’interesse per le giovani ucraine. Varie organizzazioni umanitarie, come Unhcr e Intersos, hanno segnalato al confine di Palanca, tra Moldavia e Ucraina, l’adescamento di ragazze in fuga da Odessa per portarle in Europa con mezzi privati. Ma se il pericolo di trafficking incombe reale, non da meno è il rischio di re-trafficking, ossia la ricaduta delle vittime nella medesima o in altre forme di sfruttamento. A livello italiano, se da un lato esistono sistemi di monitoraggio appropriati per stimare ampiezza e caratteristiche della tratta, al contrario appare debole se non inesistente una valutazione di follow-up quantitativa sull’efficacia dei percorsi di protezione. Il rischio di ricaduta è strettamente legato alla condizione di marginalità ed esclusione sociale a cui le vittime di tratta o sfruttamento spesso restano esposte anche una volta uscite dai progetti di assistenza e accoglienza.
Il Numero Verde Antitratta (800290290), è stato istituito da Associazione Don Bosco 2000 come strumento utile e fondamentale per favorire l’emersione del fenomeno e supportare le vittime di tratta e sfruttamento. Un canale per offrire informazioni sulle possibilità di aiuto e assistenza e mettere in contatto le persone bisognose con i servizi socio-assistenziali territoriali. Un servizio che, erogato in più lingue (tra cui inglese, italiano, albanese, russo, francese, spagnolo, rumeno, ungherese, arabo, cinese e nigeriano), risponde a un bisogno comune di aiuto che non può essere ignorato.

1-“Migrazioni”, 18.10.22. |

2-www.interno.gov.it |

3-www.repubblica.it/esteri/2022/05/18/news/guerra_russia_ucraina_profughe_sfruttamento_prostituzione_minori-350143731/ 

4-www.savethechildren.it |