Un Oratorio nel Cuore della Savana gestito dall’associazione Don Bosco

Un santo che unisce e risponde ai tanti bisogni dei bambini che vivono in stato di povertà nel villaggio di Veligara, nel cuore della Savana, nella regione di Tambacounda, in Senegal. È qui che dall’estate scorsa, nell’agosto del 2022, l’associazione Don Bosco 2000 ha dato vita all’oratorio dedicato a Don Baldassare Meli, sacerdote salesiano palermitano che già dagli anni ’80 accoglieva nell’oratorio di Santa Chiara a Palermo i primi migranti che arrivavano in Italia.

Il sogno di Don Meli era quello di andare in Africa per vedere i luoghi di origine dei ragazzi che accoglieva e così dal ricavato del suo funerale l’associazione Don Bosco 2000 che aveva lavorato al suo fianco è riuscita a mettere da parte i primi fondi necessari per dare vita al progetto.

Come nel primo oratorio voluto dal fondatore dei Salesiani l’8 dicembre 1841 nel quartiere di Valdocco, a Torino, nel villaggio di Veligara bambini di tutte le età si riuniscono per giocare insieme o semplicemente per vedere le partite del Senegal durante i mondiali come accaduto da quando il fondatore dell’Associazione Don Bosco 2000, Agostino Sella, ha portato da Piazza Armerina un televisore 27 pollici.

Partite a calcio ininterrotte, giochi semplici come quello del fazzoletto, balli e danze e anche tanto studio soprattutto quello della lingua francese e dell’italiano. Sono alcune delle attività che gli operatori dell’associazione Don Bosco 2000 portano avanti seguendo il modello di Don Bosco, tra loro ci sono anche migranti che dopo essersi integrati e formati in Italia hanno fatto rientro in Senegal per aiutare la propria terra.

Al mattino, uno dei momenti più intensi, gli operatori si radunano nella sede dell’associazione di ispirazione salesiana a Tambacounda per distribuire la colazione che consiste in pane e margarina o cioccolato e una tazza di latte ai piccoli Talibè, bambini di strada, spesso orfani che vivono nei capannoni.

“L’oratorio è una cosa bellissima per noi, facciamo tantissime cose con i bambini, incontri, riunioni, formazione. Teniamo il corso di lingua francese e italiana. Ogni sabato e domenica abbiamo più di cinquanta bambini che frequentano l’oratorio, distribuiamo la merenda ai più bisognosi”, spiega Amara Tourè, 30 anni, cooperante dell’associazione.

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All’interno della struttura la mattina le mamme dei villaggi si sottopongono alle visite mediche, con un via vai di medici italiani che affiancano i dottori locali. Il 4 febbraio a Tambacounda arriverà Maria Calcagno, pediatra di Aidone nella provincia di Enna.

Nei giorni del triduo di Don Bosco gli operatori e i ragazzi che hanno appena finito di tinteggiare il volto del padre dei Salesiani sulle pareti si chiedono come ricordarlo al meglio: “Come uomo che accoglieva gli ultimi, nella gioia di stare e divertirsi insieme”, conclude Agostino Sella. Anche questo sarà un momento per ricordare Mohammed, un altro degli operatori dell’associazione Don Bosco 2000, morto di recente a causa di un’incidente stradale in cui sono morte 70 persone dovuto a uno schianto frontale tra due pullman lungo l’unica strada che collega Dakar al Mali.

Da mihi animas et cetera tolle: dammi mille anime e toglimi tutto il resto. È così che ancora Don Bosco tiene uniti i suoi figli nelle periferie più lontane del nostro tempo, da Piazza Armerina alla savana senegalese.

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